Il nostro concetto
Al Tabui si trovano due tipi di menù, quello di territorio di solida tradizione piemontese presentato con spunti di innovazione e l’altro tutto dedicato al tartufo di ogni tipo, perché ne esiste una specie diversa per tipologia di albero e per ogni stagione dell’anno.
L’ inizio di stagione coincide con il tartufo bianco pregiato, la cui maturazione va da settembre a dicembre. È il tartufo per eccellenza, essendo termolabile si assapora a crudo tagliato finemente a completamento del piatto. Si prosegue poi da gennaio ad aprile con il tartufo bianchetto considerato il fratello minore del bianco, dal gusto deciso. Da marzo a novembre il loro menù si arricchisce con il tartufo nero pregiato, non teme la cottura anzi le sue note aromatiche, che vanno dal cioccolato amaro al brandy, si apprezzano maggiormente quando viene leggermente scaldato. Viene utilizzato anche il tartufo moscato dalle piacevoli note aromatiche e speziate. Da maggio ad ottobre è il periodo del tartufo nero d’estate conosciuto come scorzone. È il più comune tra quelli edibili e viene molto utilizzato per la sua versatilità; mentre da settembre a dicembre il tartufo nero uncinato.
Tabui è il punto di riferimento per il Tartufo.
Oggi simbolo della ristorazione di lusso, il
Tartufo
è soprattutto un prezioso patrimonio dell’enogastronomia piemontese.
Tabui torna alle origini e lo rende l’indiscusso protagonista della sua cucina, fatta di sapori, odori, prodotti locali e buon vino, uniti ad una passione vera per una materia prima pregiata, ma che nasce dalla terra.
Nell’elegante centro di Torino a pochi passi dal Museo Egizio si trova il
Ristorante Tabui
, un vero e proprio tempio del gusto che rende omaggio al suo fedele cane da tartufi, da cui prende il nome. La selezione dei piatti, che varia stagionalmente, è pensata per offrire un’esperienza sensoriale unica, mescolando sapientemente i sapori tradizionali con tocchi di creatività moderna.
Il re della cucina non a caso è il tartufo, in particolare quello Bianco che rappresenta un simbolo di eccellenza enogastronomica apprezzata fin dall’epoca romana e medievale.
Non va dimenticato che questo prodotto della natura è frutto di una collaborazione tra il trifolau e il suo cane, dove il quadrupede è addestrato a fiutare i tartufi sottoterra, mentre il trifolau deve interpretare i segnali del suo fedele compagno per scavare con cura e raccogliere il tartufo senza danneggiarlo.